“Francesco Cassanelli è un ‘artista che non si dimentica facilmente: costruisce i suoi quadri partendo dal ricordo dei luoghi che ha vissuto, in un’ottica di testimonianza, che nasce da un’osservazione profonda dei particolari. La sua è una pittura che può essere fruita da molti ma non è per tutti.
L’artista nasce in Puglia ma si trasferisce a Genova dove, attraverso la passione che permea il suo carattere, si dedica in modo assoluto al suo lavoro di insegnante e di artista. Quello che mi colpisce di Cassanelli è la trasparenza delle sue tele che sono dipinte con colori che sembrano quasi irreali ma che testimoniano i luoghi e la natura selvaggia dei nostri territori.
Definirei Cassanelli “un poeta del paesaggio” che lavora incessantemente per far emergere la dimensione mitico-figurativa dei luoghi, in una continua ricerca di ciò che sta al di là del reale. È un pittore figurativo che si mette in viaggio, come gli antichi pellegrini romei: abbandona il cammino consueto per una ricerca formale che sfocia, successivamente, in una sperimentazione di una forma che cambia, che si trasforma in oggetti surreali, che spesso ricordano il mondo dei giochi della nostra infanzia.
Il passaggio dal serio al desueto e infine al giocoso ci propone una personalità artistica complessa che non si accontenta di descrivere ma che distrugge un ordine naturale per creare un disordine creativo che immerge lo spettatore nel mondo dell’immaginazione. Sia nella produzione prettamente figurativa che in quella surreale e simbolica permane un uso del colore fortemente percepito dall’artista che cerca di creare emozioni e sensazioni uniche in chi sceglie di seguire il suo cammino.
Lo spettatore è abbagliato da tanta versatilità creativa e si immerge, come rapito, in questo splendido mondo dei colori di Francesco: è vivere un mondo che ci appartiene, ritrovare negli angoli dei suoi paesaggi un pezzo della nostra storia, risalire al nostro mondo interiore che si staglia come un orizzonte infinito, che non sai dove finisce.
Il disincantamento dell’uomo contemporaneo infatti si staglia in un naufragio esistenziale e percettivo che porta l’uomo in una dimensione di dolcezza che, però, lo riumanizza.
Cassanelli, pittore – poeta della nostra contemporaneità, ci suggerisce quindi di abbandonarci al nostro istinto che non può che riportarci al pensiero originario e alle nostre radici.E noi, come bambini, curiosi e assetati di affetto, ci avviciniamo alle sue opere nella speranza di ritrovare, pasolinianamente, ancora un po’ del nostro mondo perduto“
Paola Boschieri
Insegnante, Critico d’Arte, Antropologa Culturale